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Come trasformare una passione in business: i 5 passi da compiere

Penso sia il sogno di tutti, quello di svolgere un attività che piace realmente, che si sognava fin da bambini, ma quanti realmente possono dire di essere realmente felici di svolgere l’attività che stanno svolgendo? Pochi, anzi, pochissimi.

Nei lunghi anni in cui ho tenuto centinaia di corsi di formazione ad agenti immobiliari prima e mediatori creditizi dopo, usavo dire, verso la fine del programma formativo: Se il lunedi’ mattina, quando suona la sveglia, il primo pensiero è: oddio…un’altra settimana di lavoro, fate di tutto per cambiare !!!!

Non è possibile passare la propria vita con il terrore del Lunedì.

Sembra facile a dirsi ma, molto più complesso da mettere in atto.

Ed allora cosa fare?

  • Il primo passo da compiere è quello di comprendere realmente quale è il mio sogno , la mia passione e comprendere se questa mia passione si può trasformare in un lavoro concreto, un lavoro che mi permette, oltre che di divertirmi, di avere il giusto guadagno per far campare bene me stesso e probabilmente , la mia famiglia.

Se la risposta è si, è necessario passare al secondo passo ma, attenzione, se la risposta è si ed il mio sogno è fare l’astronauta e fino ad oggi ho fatto l’impiegato, forse è bene tenere saldo il proprio posto e riporre il sogno nel cassetto. QUALE E’ IL MIO SOGNO?

  • Il secondo passo è la concretezza dell’idea. È troppo facile dire: il mio sogno è fare il pilota di formula uno. In questo caso, tra il dire ed il fare non c’è di mezzo un mare ma…un oceano!!!

Quindi cerchiamo di comprendere se il mio sogno è realizzabile in base alle mie attitudini, alle mie finanze, alla mia situazione famigliare, altrimenti il sogno diventa un utopia.

Restando con i piedi in terra, se il mio sogno è sempre stato avere una mia attività, per esempio, nel mondo del food ed oggi faccio l’impiegato o l’operario, ci sono buone possibilità che il sogno si avveri. CONCRETEZZA.

  • Aprire, per esempio, un attività nel settore dello street food, oggi è molto di moda e moltissimi hanno realizzato il loro sogno ma, anche qui c’è un ma!

Non basta dire: sono bravino in cucina, per poter aprire un attività di street food.

È necessario analizzare i vari settori, comprendere se nella mia città o nel quartiere/rione dove vorrei aprire c’è molta concorrenza, se le attività già aperte hanno grande successo o, dopo un primo fuoco di paglia, si sono affievolite perché l’eccesso di concorrenza ha ridotto drasticamente il numero di clienti per ogni attività.

È necessario comprendere se questa attività oggi molto di moda, potrebbe presto passare di moda, perché è un po’ troppo di nicchia.

È necessario scegliere la location giusta, a volte a scapito di qualche mq in meno.

È necessario essere un po’ diversi dalla concorrenza diretta. Un pizzico di originalità, di follia, a volte può dare quel quid in più e prendere il largo rispetto agli altri. ANALISI DELLA CONCORRENZA.

  • Bene abbiamo fatto tutte le ns. indagini, il settore tira bene , il posto potrebbe andare , io sono gasatissimo, cosa manca? Spesso i soldi giusti.

Purtroppo in questo periodo, che ormai dura da un decennio, le banche non stanno facendo bene il loro lavoro. Per paura di contenziosi, bocciano con troppa facilità le richieste di credito, anzi, spesso non le prendono neanche in considerazione.

Oltre al settore bancario, ci sono molte altre opportunità, come le varie forme di MICROCREDITO, dove lo stato, un partito o un fondo centrale di garanzia, garantiscono una parte (l’80%) del finanziamento alla banca erogatrice, che , teoricamente, dovrebbe essere più tranquilla , visto che rischia solo il 20% del finanziamento ma, non sempre è così.

Poi ci sono i vari bandi regionali, nazionali o europei a favore dell’imprenditoria femminile, dei giovani sotto una certa età, delle persone del sud, ecc…. Molto interessanti sia per gli importi che per la quota a fondo perduto. Unico neo, i tempi!! Spesso biblici!

Il consiglio in questo caso è sempre lo stesso. Provare con la propria banca, dove siamo già conosciuti e sondiamo se qualche parente stretto ci possa fare da garante perché nel 90% dei casi, lo richiederanno. LE RISORSE ECONOMICHE.

  • Bene il ns. sogno, la ns. passione inizia a prendere forma.

Abbiamo sondato il terreno nel settore prescelto, trovata la giusta location, trovato il finanziamento, cosa manca ancora? L’esperienza!

Può sembrare banale quello che ho appena scritto ma, non lo è affatto. Non è facile improvvisarsi in un settore. Le cose da apprendere sono molte e gli errori sono sempre in agguato. È vero che il vecchio proverbio cita: sbagliando si impara, ma se gli errori sono troppi, si rischia di minare l’attività.

Ed allora la soluzione giusta è il FRANCHISING.

Aderire ad una rete in franchising, dopo attenta selezione, facilità sicuramente i precedenti 4 passi.

Cosa fondamentale è il trasferimento del Know How, l’insieme di conoscenze ed esperienze che il Franchisor ha accumulato negli anni ed ha il dovere di trasmetterle ai propri affiliati, per evitare che facciamo gli stessi sbagli che fece lui, agli inizi.

A questo si aggiunge che un franchising ha (dovrebbe avere ) tutto l’interesse che i suoi affiliati vadano bene . LA SCELTA DEL FRANCHISOR

Per concludere, è bene cercare di trasformare la propria passione in un attività concreta ma, facendo i giusti passi, buttandosi a capofitto ma , con il paracadute!

G. Piersanti

Director EASY FRANCHISING

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