“Aprire in franchising? Le 8 cose che devi sapere ed analizzare!” PILLOLE DI FRANCHISING N.4
PILLOLE DI FRANCHISING N.4 – 14.03.23
7. La giusta location
Dopo avere scelto il nostro franchisor, seguendo i suoi consigli, dobbiamo scegliere la nostra location.
Chiaramente non si può generalizzare, visto che ci sono franchising che necessitano di centri commerciali, altri di vie iper commerciali, altri anche di vie secondarie, ecc…
NON ACCONTENTATEVI. MAI!
Comprendiamo che agli inizi i soldi a disposizione sono pochi e si tende a cercare location dove la richiesta del canone è relativamente bassa ma, non scordatevi mai che se un canone di locazione, in una certa via, è basso, c’è sempre un perché: NON E’ COMMERCIALE.
La giusta location, spessissimo, può decretare il successo o l’insuccesso dell’attività.
Fatevi consigliare dal franchisor o dal suo rappresentante. Spesso è preferibile qualche mq in meno ma, la posizione giusta.
Nell’ultimo ventennio i centri commerciali, le vendite on line, gli outlet, hanno eroso grosse fette di mercato ai negozi di vicinato ed in alcune città persino i centri storici sono crollati, dal punto di vista commerciale.
Spesso ci sono poche vie realmente commerciali e ricordate che la traversa di una grande strada commerciale, NON E’ UNA STRADA COMMERCIALE, anzi, spesso è negativa perché il flusso di clientela che passeggia sulla via fortemente commerciale, non gira lo sguardo verso la traversa.
Se dovete aprire un locale di ristorazione, per es., dovete cercare una Via/Piazza dove c’è molto concorrenza, anche diretta! Qualcuno potrebbe pensare che questa mia affermazione è assolutamente errata ma, secondo la mia esperienza, se un cliente sa che in una certa via/zona, ci sono più locali food, ci va senza avere l’idea precisa di cosa mangerà quella sera, poi passeggiando si accorge di una nuova insegna e…gli viene l’idea di provare (vedi le vie della movida).
Se apro un negozio food, in una via di boutique, difficilmente avrò successo, tranne casi eccezionali o brand talmente noti che potrebbero aprire anche sul cucuzzolo di una montagna.
A riprova di quanto da me affermato, nei centri commerciali, sempre più spesso, si creano le aree food, dove si concentrano tutti i brand di quel settore. Ed aggiungo , quante volte avete visto file di negozi di abbigliamento intimo, di brand diversi? Ed ancora, perchè le grandi firme del lusso pagano canoni salatissimi per stare in Via Condotti o in Via Monte Napoleone, nonostante che i loro player diretti sono tutti li? Starà al Franchisor ed al Franchisee saper attrarre la clientela dentro il proprio store.
8. Rivolgersi ai professionisti
Praticamente tutti, prima di firmare un contratto di franchising, chiedono il parere al proprio avvocato o al proprio commercialista o al consulente esperto.
Trovo assolutamente giusta questa azione ma, attenzione, quasi mai un contratto di franchising è modificabile, se non per piccole modifiche non determinanti.
Il professionista interpellato dovrebbe limitarsi a verificare che nel contratto di franchising non ci siano clausole vessatorie, che non sia esageratamente sbilanciato a favore del franchisor , che non ci siano penali sproporzionate a sfavore del franchisee (per altro potrei portare decine e decine di casi in cui il giudice di turno non ha preso neanche in considerazione grandi penali, trovandole esagerate rispetto al danno eventualmente creato al Franchisor) ma non può contestare, per esempio, una penale che prevede se il franchisee esce dalla rete prima della scadenza prevista e prosegue l’attività nello stesso comune o nella zona assegnata in esclusiva, senza il brand a cui si era affiliato. Per il Franchisor è un doppio danno: di immagine ed economico.
Cosa diversa è l’uscita dal brand per chiusura definitiva dell’attività, a causa di conclamato insuccesso commerciale. Non si può inserire una penale in tal caso, nessun giudice se la sentirebbe di dare torto al Franchisee, sarebbe come uccidere un uomo morto.
In particolare i commercialisti spesso vanno oltre il loro ruolo bocciando un progetto solo perché secondo loro non è positivo. Vorrei domandare in alcuni casi: ma lei, caro Commercialista ha mai avuto clienti in questo settore?
Elaborano Conti Economici negativi, spesso senza basi, contestando puntualmente il business plan del Franchisor. E’ anche vero che spesso i business plan rilasciati dai Franchisors …sono oltremodo ottimistici.
È necessario comprendere che un contratto di franchising non può essere soggetto ad una trattativa ad personam. Il contratto di franchising, tranne minimi aggiustamenti, deve essere uguale per tutti i suoi franchisees, altrimenti si farebbero disparità nelle rete e questo creerebbe gravi malumori .
Se proprio non ci piacciono le regole imposte, è meglio non proseguire.
Infine ricordo che un Franchisor non è una Onlus. Essere un Franchisor significa effettuare investimenti sia economici che di tempo, è quindi giusto che il Franchisor punti ad un guadagno su questa attività, come qualsiasi imprenditore.
Scrivo questo perché molti potenziali franchisee si spaventano per la Entry Fee o per la Royalty e qualcuno arriva a dire: ma perché devo pagare io l’affitto del locale????? 😊
Anche se sono di parte, consiglio ad un potenziale Franchisee di rivolgersi ad un esperto consulente di Franchising, che fatte le indagini di rutine , sia sul Franchisor che sul potenziale Franchisee, darà i giusti consigli se e come procedere, dando assistenza fino alla firma del contratto di Franchising.
UN GRANDE IN BOCCA AL LUPO PER IL VOSTRO FUTURO DA IMPRENDITORI/FRANCHISEE. VIVA IL LUPO!
G.Piersanti
Director
Easy Franchising