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BANDO RESTO AL SUD: finanziamenti agevolati per l’apertura di nuove attività.

restoalsud bando imprese

In un mio precedente articolo ho indicato la forte difficoltà di accesso al credito , senza le garanzie adeguate, che le banche chiedono per finanziare l’apertura di una nuova attività.

Purtroppo l’Italia , dopo un periodo di vacche grasse , in cui le banche avevano allargato ( anche troppo) i cordoni della borsa , sia a privati che ad aziende, da un decennio vive una grave crisi del credito che non permette facilmente ai giovani, che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro, di aprirsi una loro attività.

Tutto questo nelle Regioni del Sud è ingigantito all’ennesima potenza.

Il bando di Invitalia denominato Resto al Sud, nasce proprio per sopperire a queste lacune e dare la possibilità a centinaia/migliaia di giovani di entrare nel mondo della piccola imprenditoria , senza la necessità di dare le garanzie solitamente richieste dalle banche .

Chiaramente tra il dire ed il fare c’è …un Oceano.

Purtroppo l’Italia è malata di BUROCRAZIA e tutto ciò che potrebbe essere una facile soluzione per i cittadini, diventa un percorso ad ostacoli a volte insormontabile, che spesso fa desistere anche i più tenaci.

Vediamo intanto come funziona il bando 2018 di RESTO AL SUD aperto ufficialmente il 15 Gennaio u.s.

Che cos’è Resto al Sud?

Sono incentivi fiscali dedicati ai giovani tra i 18 ed i 35 anni residenti nel Sud Italia ( dall’Abruzzo/Campania a scendere, comprese le Isole) che intendono aprire una nuova impresa. A tali giovani, Invitalia, offre due tipi di agevolazioni fiscali che possono arrivare a coprire il 100% delle spese effettuate parte ( il 35% ) a fondo perduto e parte ( restante 65% ) a tasso zero.

Cosa fare?

La prima cosa  da fare è presentare la domanda attraverso il sito di Invitalia , dedicato a RESTO AL SUD. Chiaramente se il giovane di turno non è particolarmente preparato , difficilmente riuscirà da solo a compilare i moduli richiesti, allegando i documenti richiesti.

Consiglio fortemente di rivolgersi a consulenti specializzati ( non al primo commercialista di turno ) perché il percorso, come detto, è un vero percorso ad ostacoli.

ATTENZIONE ! Molti consulenti ( più o meno tutti) richiedono una somma iniziale a titolo di rimborso per le spese vive che andranno a sostenere ed una % sul finanziamento che verrà erogato. Trovo giusto che un consulente, realmente preparato in questo settore, chieda un rimborso spese ma…che sia contenuto e proporzionato al finanziamento che si intende richiedere. Se poi la pratica andrà in porto, sarà altrettanto giusto dare al consulente una % che , credetemi, è ben meritata perché da soli è quasi impossibile riuscire nell’impresa.

Ci sono una serie di professionisti che sono stati accreditati da Invitalia , divenendo di fatto uno sportello sul territorio, che in teoria sono più preparati a sanno esattamente cosa chiedere al giovane e come presentare al meglio la domanda.

Invitalia convocherà il neo imprenditore presso la sua sede, dove verrà analizzata la domanda , preventivamente pre-approvata e dove effettuerà un colloquio per appurare le capacità imprenditoriali/manageriali del richiedente e per capire se ha realmente compreso il business che vuole intraprendere.

Attenzione perché questo colloquio non è certo una formalità. Sono stato testimone di un caso in cui il ragazzo, laureato, non ha saputo ben rispondere a tutte le domande sull’attività proposta e la pratica, pre-approvata è stata successivamente respinta.

Ora io mi chiedo: ma un giovane , senza avere la certezza del finanziamento, può già sapere tutto dell’attività che dovrà aprire? Nel caso sopra citato , il ragazzo non aveva potuto effettuare la formazione prevista dal franchisor perché, fino a quando non c’era l’erogazione del finanziamento, non poteva sostenere le richieste economiche del franchisor.

Insomma il classico cane che si morde la coda.

Una volta ottenuto il benestare definitivo da parte di Invitalia , è necessario recarsi presso una della banche convenzionate per l’erogazione del finanziamento che , ricordo, è garantito da un fondo di garanzia per le PMI, restituibile in 8 anni.

Quali sono i requisiti per accedere al finanziamento?

Non mi inoltro nella parte strettamente tecnica perché per questo basterà visitare il sito.

In maniera semplicistica anticipo cosa potrà essere finanziato:

  • ristrutturazioni o manutenzioni straordinarie di immobili
  • acquisto di impianti, macchinari, attrezzature, hardware, software, soluzioni ICT, materie prime e materiali di consumo
  • utenze, affitti, leasing ed assicurazioni

Cosa non è finanziabile:

  • spese di progettazione
  • consulenze
  • costi del personale

Che requisiti ulteriori deve avere il richiedente?

Il potenziale piccolo imprenditore dovrà essere residente in una delle regioni indicate al momento della presentazione della domanda o portarci la residenza subito dopo l’accettazione della domanda  da parte di Invitalia.

Possono presentare richiesta di finanziamento le società, anche cooperative, le ditte individuali costituite successivamente alla data del 21 giugno 2017, o i gruppi di persone che si costituiscono in società entro 60 giorni dall’esito positivo di Invitalia.

Per poter richiedere il finanziamento, il richiedente o i richiedenti non devono:

  • essere assunti a tempo indeterminato
  • essere titolari di altre imprese
  • aver beneficiato di altri incentivi negli ultimi 3 anni
  • avviare attività agricole, commerciali e libero professionali

Possono invece essere finanziate attività legate alla produzione di beni nei settori di industria, artigianato, trasformazione di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, fornitura di servizi ad imprese e persone nonché nel settore turistico.

Per il franchising la cosa non è semplicissima perché le Istituzioni non sempre vedono bene i franchisor e soprattutto non vedono affatto bene le richieste di entry fee , cosa comune a quasi tutti i franchisor, soprattutto se non produttori di qualche cosa.

Per i franchisor , che hanno le carte in regola per lo svolgimento della loro attività, c’è però una soluzione: richiedere l’accreditamento a Invitalia.

La procedura è tutt’altro che semplice ed anche in questo caso sarà bene un gioco di squadra tra l’imprenditore , il commercialista, il consulente specializzato ed Invitalia.

Invitalia dovrà avere la certezza che l’attività proposta dal Franchisor sia un attività che resista nel tempo, che abbia un buon progetto manageriale, che abbia prodotti/servi attrattivi per la clientela, ecc….

In poche parole , INVITALIA, vuole avere la certezza che il business proposto dal franchisor sia stato ben testato negli anni e che possa sostenere l’attività e di conseguenza la rata agevolata del prestito ottenuto.

In virtù del settore e del franchisor , INVITALIA, stabilisce a monte cosa è finanziabile e quale è l’importo massimo che verrà concesso ai potenziali Franchisee.

Molti Franchisor , operanti in Italia, hanno usufruito di questa agevolazione , che gli ha permesso di effettuare uno sviluppo importante della rete, altrimenti difficilmente realizzabile.

Per concludere , trovo l’iniziativa di INVITALIA molto importante per il rilancio delle attività nelle zone più disagiate dell’Italia ma, se togliessimo un buona parte della burocrazia che rischia di strozzare l’Italia e si accorciassero i tempi , non sarebbe male. A quel punto l’Italia, potrebbe veramente dare la possibilità a migliaia di giovani di inserirsi nel mondo del lavoro, dando , a loro volta, opportunità di lavoro ad altri giovani…

 

Arrivederci al prossimo articolo
G.Piersanti
Director EASY FRANCHISING
info@easyfranchising.eu

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